Quando si parla di vetri, una scelta essenziale

Anonim

Uno strato di aria secca e immobile intrappolato tra due lastre di 4 mm di spessore costituisce un doppio vetro isolante . Un ampio spazio d'aria corrisponde a un isolamento termico efficiente. Oggi il vetrocamera standard è un 4/16/4 VIR (o ITR). Chiamato anche basso emissivo (FE), a VIR (vetratura isolante rinforzata) o ITR (isolamento termico rinforzato) corrisponde un trattamento speciale a base di strati sottili metallo trasparente e ossidi metallici applicati su una delle superfici interne del vetrocamera. Il vetro basso emissivo restituisce all'interno per irraggiamento le calorie prodotte dal riscaldamento, riducendo così la dispersione termica di oltre il 40% rispetto ai doppi vetri tradizionali, e filtra la radiazione solare.

Per migliorare le prestazioni dei doppi vetri
e raggiungere i valori richiesti dalla RT 2005 (e anche quella del 2022-2023) e per beneficiare del tax credit (vedi box), il traferro è sostituito da un gas neutro più isolante che aria: argon. I doppi vetri sono inoltre dotati di profili intermedi “warm edge” o “warm edge”, che bilanciano le temperature su tutta la superficie e riducono la condensa.

Triplo vetro

L'ultima innovazione o meglio attualizzata, il triplo vetro è il 40% più isolante del doppio vetro, ma anche il doppio o quasi (32, 36 o 44 mm contro 24 mm). Il peso dei vetri e quello dei profili più spessi "appesantiscono" la falegnameria, anche dal punto di vista estetico.

Gli studi dimostrano che nei nostri climi temperati il risparmio energetico
è trascurabile, ad eccezione degli edifici situati in una regione che è molto fredda in inverno. Fino a qualche anno fa il triplo vetro era anche sinonimo di significativi costi aggiuntivi… La situazione sta cambiando, è vero, con un costo medio di 160 euro al metro quadro. Ma non al punto da giustificare questa opzione altrove che in una costruzione progettata con il massimo isolamento: cioè una casa a energia passiva o positiva.