Il governo suggerisce un'imminente ripresa dei cantieri, che non è di gusto per gli attori del settore edile che invocano l'attuale contesto sanitario.
È una piccola resa dei conti quella che sta emergendo tra i lavoratori edili e il governo. Quest'ultimo ha comunicato, sabato 4 aprile, l'importanza di una ripresa delle imprese di costruzioni, in particolare per riavviare un'economia martoriata dall'inizio della crisi del coronavirus. Infatti, il governo ha ricordato che le imprese e gli altri stakeholder dell'edilizia sono essenziali, “in particolare (per) garantire i bisogni quotidiani delle popolazioni come alloggi, acqua (…), trasporti e comunicazioni. "
Si incoraggia quindi gli attori del settore a riprendere le proprie attività , non senza rispettare una “ guida alle buone pratiche ” predisposta dall'Organizzazione Professionale per la Prevenzione dell'Edilizia e dei Lavori Pubblici (OPPBTP) e validata da tutti i Ministeri interessati.
Tra tutte queste misure ci sono quelle relative alle maschere, ai guanti e alla distanza tra le persone. Sebbene non manchino e dovrebbero rassicurare il personale, rimarranno comunque vincolanti per l'applicazione a seconda di determinati progetti.
Una decisione che non è unanime
L'applicazione di queste misure, infatti, implica, ad esempio, l'adeguamento delle dimensioni degli spogliatoi per rispettare le distanze tra i dipendenti o l'installazione di altri punti d'acqua. Così spiega François Huret, presidente della federazione regionale dei lavori pubblici del Centro-Val-Loira, al microfono di France Bleu: “Ogni dirigente d'azienda dovrà mettere a punto un piano d'azione per garantire la sicurezza sanitaria dei propri dipendenti, ma anche, nei prossimi giorni, (dovrà) procurarsi le attrezzature necessarie . "
Queste preoccupazioni, condivise dalla maggioranza dei lavoratori edili, si aggiungono a quella legata alla mancanza di rifornimenti di materiali ma anche di maschere , tanto richiesta in queste settimane da diversi mestieri.
Alcune attività di costruzione implicano necessariamente la visita di individui o professionisti, un gruppo che fa parte della stragrande maggioranza dei francesi confinati nelle loro case da più di un mese.
E 'dunque l'ora della ripresa di (alcuni) cantieri, certo, ma difficilmente suscita l'entusiasmo dell'intero settore edile. I suoi protagonisti restano scettici su questa decisione pronunciata a pochi giorni dall'inasprimento del reclamo in vigore in tutto il Paese. in misura tale che alcuni intendono esercitare il diritto di recesso.
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